30 novembre 2012

LITIGARE FA BENE

curatore scientifico del progetto pedagogico DOREMI 
e direttore del
ci spiega perchè litigare fa bene ai bambini:



leggi l'articolo direttamente dal Corriere della Sera



DESIGN LAB - PART IV

Abbiamo raccontato il momento del pranzo-pappa, abbiamo “designato” piatti fatti per essere mangiati con gli occhi, confezionato dolcetti, inventato tovaglie di sabbia e tovaglioli magici e colorati. 







Ripensare al pranzo significa vivere un’esperienza simile al reale ma arricchita di fantasia; i bottoni come canditi, le piume come zucchero a velo, i sassolini colorati come decorazioni. 



I piatti diventano opere d’arte a base di ingredienti magici e suggestivi, le ricette seguono il cuore e le inclinazioni di ciascun bambino.




Un melting pot a base di design, food, colori, arte e musica! 




La ricerca di nuovi linguaggi è il sale per creare nuovi piatti, nuovi approcci e stili a misura di bambino.

29 novembre 2012

ACHILLE CASTIGLIONI

Achille Castiglioni

"Sento molto il rapporto di reciproca simpatia tra chi progetta e chi adopera. Questo rapporto è molto importante e credo che sia una delle guide del mio modo di operare nel campo del design e dell'architettura".

26 novembre 2012

RACCONTAMI UN LIBRO


Come raccontano i libri i bambini? 
Li guardano, li sfogliano, li ascoltano, li reinventano, li riscrivono... 

Leggiamo i libri ai bambini, le loro restituzioni ci regaleranno nuove chiavi di lettura, dalle storie nascono altre storie!

Oggi per voi abbiamo scelto 


"Le storie per l'infanzia devono essere scritte con parole molto semplici, perché i bambini sono ancora piccoli, e quindi conoscono poche parole e non amano usare quelle complicate. Magari sapessi scrivere storie così, ma non sono mai stato capace di imparare, e mi dispiace. E poi, bisogna saper scegliere le parole, occorre un certo non so ché per raccontare, una maniera molto diretta e molto chiara, una pazienza infinita. E a me manca quanto meno la pazienza, cosa di cui chiedo scusa. Se avessi tutte queste qualità, potrei raccontare, nei particolari, una storia bellissima che un giorno ho inventato..." 

(José Saramago)



Rodrigo: Io non sono piccolo, piccolo vuol dire guardare solo le figure, io ascolto... Quando apri questo libro vedi un bambino che è seduto sul pavimento della sua cameretta e gioca. Poi soffi e giri la pagina. Questo bambino non ha un nome, strano tutti hanno un nome, tranne Ulisse che quando incontra Polifemo si fa chiamare Nessuno. Come si chiama Cappuccetto Rosso?

Giulia: il bambino sale su una sedia per prendere il suo cappello poi esce e la storia incomincia, sulla pagina del libro si vede un libro aperto e degli occhiali (saranno del suo papà). Il bambino non abita in città ma in campagna, si vede dal recinto. A Milano dove abito io non ci sono le case con i giardini. Il bambino cammina cammina verso il fiume e cammina cammina esce dal pianeta Terra, si capisce perché in testa il bambino ha una bolla come quella degli astronauti.

Lorenzo: ad un certo punto il bambino vede un fiore con la testa all’in giù, sembra quasi morto, aveva bisogno di acqua e forse aveva fame. Ma cosa mangiano i fiori? Bevono solo? Allora il bambino torna al fiume a prendere l’acqua e la porta al fiore. Così: prendi le mani le avvicini e fai una specie ci bicchiere, come quando hai sete e non hai il bicchiere. Il fiore riesce a rialzarsi. Il bambino era stanco e si addormenta ma la sua mamma e il suo papà lo cercano.

Emma Giulia: quando si è piccoli si deve tornare a casa a dormire. Ad un certo punto la mamma e il papà del bambino guardano in alto e vedono un fiore grandissimo, tutto rosso, arrivano vicino al fiori e li c’era il bambino che dormiva e aveva una coperta a forma di petalo. Il bambino aveva salvato un fiore, da solo!


Il ragazzino fu portato a casa, circondato dal massimo rispetto, come il frutto di un miracolo. Quando poi passava per la strada, tutta la gente diceva che aveva lasciato il villaggio per andare a fare una cosa che era più grande della sua altezza e di tutte le altezze.




21 novembre 2012

DESIGN LAB - PART III

Cosa dice Emanuele Laviosa e il team di 
del progetto 
Doremi Design Lab?
Part III

"Stiamo dando origine a un'operazione estremamente innovativa in cui si mettono al centro della progettazione i bambini, facendoli diventare loro stessi i designer. Inoltre, comunichiamo al mondo come il design possa essere raccontato e possa diventare educativo anche nella fase di creazione. 

Gli eventuali outputs che verranno fuori, che siano prodotti fisici o servizi, avranno un valore intrinseco altissimo perché non solo aiuteranno i successivi users nella loro vita quotidiana con soluzioni innovative, ma nella fase di ideazione avranno aiutato a crescere e a fare delle esperienze educative coloro che li hanno progettati". 


Cari amici il risultato vero è l’esperienza personale di ciascun bambino!

Vi aspettiamo al 
Doremi Design Lab - Part IV 
questo fine settimana in Via Dezza, 28 a Milano

20 novembre 2012

PITTURA SU CARTONE






DESIGN LAB - PART II

Cari amici, 
continua la nostra esplorazione 
nel mondo del Design insieme ai bambini 
e con la collaborazione di 


Doremi Design Lab
Part II

ALLESTIMENTO
diverse tipologie di materiali: cortecce, sassi, conchiglie, foglie di banano, verdure a foglia, presentati come una serie accattivante. 
Il tavolo è preparato. 
La meraviglia è stato il piatto forte e il pensiero magico la pietanza. 
Si viene richiamati verso un altrove trascendente la cognizione puramente razionale. 
Si può cogliere una tensione verso la bellezza che nasce sempre da una sfida nei confronti della materia-oggetto, considerata nella sua essenza primitiva. 


DOMANDA
la domanda ci mette in relazione, la domanda ci fa entrare nel vivo del laboratorio. 
La fase in cui si articola l’esplorazione mentale che va alla ricerca di una risposta o di una serie è un passaggio che rende possibile il continuum tra le varie azioni. 

AZIONE
fruiamo dell’esperienza laboratoriale, rileviamo le diverse sensazioni e costruiamo l’archivio dei gesti creativi. 
L’adulto deve spostarsi all’interno della fase-azione per vedere e riconoscere l’ordine dei possibili e ambivalenti significati. 

Lorenzo: "come faccio a mangiare il budino se ho un cucchiaio troppo grande?" 
Giovanni: "rovesci il budino sulla corteccia e poi lo mangi". 



 Sofia: "per mangiare un uovo senza posate e crudo prima lo rovesci sulla corteccia però poi l’uovo va da tutte le parti allora devo inventare lo scolapasta per l’uovo".





leggi Doremi Design Lab - Part I qui

15 novembre 2012

DESIGN LAB - PART I

Sabato 10 novembre 
Doremi Lab 
in collaborazione 
di


ha dato il via ad un laboratorio di design 
con la proposta di re-inventare 
il momento del pranzo.

 Doremi Design Lab
Part I

Collezionare visioni


Significati messi in scena
materiali, idee e domande.

Nella fase progettuale tutto quello che ci serve lo mettiamo in scena. 

Guardando i materiali ascoltando le risposte dei bambini ci è sembrato di entrare in una sorta di “camera delle meraviglie” dove il “mondo delle idee” può essere considerato da punti di vista diversi e inaspettati. 

Il proposito è stato quello di sviluppare un modo di avvicinare i destinatari del laboratorio attraverso momenti specifici di esperienza ricettiva. 

L’osservazione del materiale 
che i bambini avevano a disposizione 
ha preceduto la comprensione della loro funzione.


SOFIA: 
si può mangiare anche senza il piatto, la conchiglia diventa un piatto, 
la conchiglia con i semini del peperone può diventare una maracas. 


GIULIA: 
il sasso diventa un sottopentola, la conchiglia un piatto e le bacchette di cannella le posate che poi diventano un flauto e una lima per le unghie, se poi prendo un pezzo di legno grande e aggiungo le bacchette di cannella come gambe diventa un tavolino. 


GIOVANNI: 
la corteccia la posso usare come tagliere e la conchiglia 
come coltello per tagliare un peperone. 


MARGHERITA: 
la corteccia può diventare anche una chitarra o un violino.