31 gennaio 2013

TI RACCONTO UN QUADRO


ESPLORAZIONE DI UN QUADRO

Senza titolo, Richter Gerhard


Ti racconto un quadro, lo guardo, lo sento, lo tocco, lo assaporo con i suoi colori, le sue linee, i suoi contorni, i suoi suoni e le sue trame. Raccontiamo la fisionomia del quadro e impariamo ad esplorarlo. Guardiamo anche attraverso la gestualità del corpo e la potenzialità dello sguardo.


Arancione: l'arancione è morbido, liscio, scivola. 
L'arancione lo sento come un suono che sale leggero verso l'alto. 

Rosso: scivola e va a mischiarsi con gli altri colori, è caldo,
quasi scotta, si vede subito.
Il rosso sale leggero e verso l'alto diventa sempre più forte.

Blu-verde: è un colore mischiato,  sta dietro gli altri colori,
quando scendo verso il basso diventa più scuro quasi blu.
Il blu-verde ha due suoni gravi, pesanti che vanno dall'alto verso il basso. Sono due suoni che si 
uniscono.

Bianco: sembra un colore che scoppia e va a mischiarsi con altri
colori sembra un'onda che sale e scende. 
Il bianco è suono che diventa prima forte, poi leggero poi ancora forte.

Mix di colori: in mezzo al quadro sembra esserci una striscia di 
colori che sta in equilibrio, sembra stare ferma e non essere 
spinta dalla forza di gravità. 
I suoni stanno in eqilibrio, sono sostenuti dall'aria, sono come il suono del flauto. Questo quadro 
sembra l'idrofono dei colori.


I quadri si possono ascoltare?

Tommaso: i quadri sono immobili.
Emma: solo se nel quadro ci sono dipinte delle persone. 
Giovanni: non è vero perché anche se ci sono delle persone, 
queste non parlano sono ferme nel quadro.
Giovanni: se vedo il mare però so che rumore fa. Sch, sci, 
splash, questo è il verso del mare.


Che rumore fa il silenzio? È come una spugna 
che assorbe tutti i suoni che circondano?

Emma: il silenzio non usa le parole ma i suoni.
Tommaso: i pesci non sentono il rumore del loro mare, non hanno
le orecchie.


29 gennaio 2013

25 gennaio 2013

ARCHILAB

NARRAZIONE DI UN  


chiacchiere tra architetti in erba 


Cosa fa un architetto?

Tommaso: “progetta le istruzioni per costruire una casa”.

Giulia: “progetta i tetti”.

Emma Giulia: “ma se progetta solo i tetti, chi progetta una casa? L’archi-casa?”.

Mattia: “ per me l’architetto pensa al tetto, poi c’è l’archiporta, l’archimuri, l’archiscale, l’archistanze...”.


Abbiamo conosciuto alcuni architetti come Giò Ponti, Le Corbusier, Alvar Aalto, Zaha Hadid.

Tommaso: “io non mi ricordo tutti i nomi difficili ma mi ricordo di questo museo che sembra una torre di controllo". (ndr MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, ROMA, Zaha Hadid).

Giulia: “questa casa sembra una faccia con un’acconciatura molto strana, oppure sembra una nave che naviga sull’erba.” (ndr Cappella di Notre Dame Du Haut a Ronchamp (1950-55) di Le Corbusier).


L’architetto si può chiamare anche: archi-sedia, archi-tavolo, archi-parco, archi-vaso...

Emma Giulia:”Ehi ragazzi sapete che l’architetto non progetta solo le case ma anche i parchi, i vasi, i lampadari, le sedie, i tavoli. Allora se un architetto progetta i parchi vuol dire che sa giocare, anche i grandi giocano? Forse prima di disegnare uno scivolo prova a salirci?”.


 

 

 I nostri progetti:

Tommaso: ”io ho progettato una casa sull’albero con l’ascensore dentro il tronco, poi un letto a forma di astronave così appena ti addormenti, decolli verso i sogni”.

Giulia: “io ho pensato a una sedia per le principesse, ti siedi e ti alzi principessa ma non per sempre, solo fino a quando lo decidi tu.

Emma Giulia: “io ho pensato di progettare un aspiracolore, è come un aspirapolvere che cattura tutti i colori poi lo apri e tiri fuori le strisce di colore che si sono formate.

Mattia: “ a me piace il gioco del memory e vorrei disegnare un memory con le facce dei miei amici da quando erano piccoli fino adesso”. 





Il prossimo ARCHILAB è in Via Dezza

21 gennaio 2013

RACCONTAMI UN LIBRO




UNA CASA, LA MIA CASA

Giovanni: questo libro lo so leggere anch’io, anche se sono piccolo per leggere ma grande qui alla scuola d’infanzia, l’anno prossimo vado a scuola, so però leggere i nomi dei miei amici sui loro bicchieri. 

Vicino ad ogni disegno del libro ci sono tante scritte una anche in giapponese. Noi avevamo un amico all’asilo Wataru veniva dal Giappone poi è tornato a casa sua, ma anche in Giappone le case sono come qua a Milano?



Nel libro ci sono molti disegni fatti con la matita rossa e quella nera. Alla fine del libro puoi fare anche dei disegni. Noi ci siamo passati il libro e abbiamo raccontato quello che c’è sulle pagine e gira gira abbiamo finito di leggere il libro.
Giulia: una casa disegnata prima di essere abitata, è un contorno. Poi quando la finisco avrà la porta, le finestre e i fiori. Sul campanello metterò anche il nome del mio coniglio, anche lui vivrà in questa casa.

Mattia: se disegni una casa puoi farlo come vuoi se è la tua, se è per un amico gli devi chiedere come la vuole.


Matteo:la casa la dipingo di bianco così posso aggiungerci altri disegni, come questo disegno, la casa è diventata una faccia, il tetto la fronte e i capelli, i lati della casa sono diventate le orecchie e le fondamenta il mento.

  
NE SONO IL CUSTODE
Emma Giulia: vuol dire che la proteggo, infatti il papà quando usciamo controlla che la porta sia sempre chiusa. La mia casa è come la mia mamma, mi aspetta, mi coccola, mi fa addormentare. Il disegno di questa pagina sembra un gatto-gufo gigante che si tiene stretto la casa.
Rodrigo: la casa è come una caffettiera, buffa quest’idea. La mia casa è anche di mia sorella, ma noi il caffè non lo beviamo, siamo piccoli. La mia mamma però ci ha dato il latte e ora la caffettiera dà il caffè a lei.

MI PROTEGGE QUANDO PIOVE:
Fulvio: quando piove l’acqua non entra in casa, per fortuna, il tetto è come un ombrello.

LA GUARDO DI NOTTE:
Federico: io di notte dormo ma prima di addormentarmi mi guardo intorno e poi sogno. Forse è la casa che guarda me. In questa pagina c’è una civetta anche lei guarda la casa? Ma se non c’è un bosco vicino a casa mia allora vuol dire che la civetta è un fantasmino?.

RITORNO VOLENTIERI DA LEI:
Margherita: a me piace tornare a casa perché li c’è il mio fratellino e la mia mamma, quando faccio la nanna all’asilo poi sono felice di tornare alla mia casa. Altrimenti vado alla una e viene papà a prendermi e insieme torniamo a casa.

QUI SONO L’ANIMA:
Lorenzo: cos’è l’anima? Secondo me l’anima è una cosa come il cuore, sono vicini di casa. Allora anch’io sono l’anima di casa mia e anche Federica mia sorella, anche se lei è grande. Ma anche i grandi hanno l’anima? Se diventi grande l’anima ti passa?
  
LE DANZO ATTORNO:
Tommaso: ma anche se sei un maschio? Io preferisco correre. Oppure faccio come fa Matteo ballo il rap, così con le verticali e le capriole.
Edoardo: io gioco a casa mia, come faccio a giocare davanti a lei? Posso correre intorno a tutta la casa e vedere quanti passi faccio. Quando vado a casa chiedo a mio fratello Federico se vuole fare questo gioco.

QUI SOPRA ANNUSO LA LUNA:
Emma: ma io non abito vicino al tetto abito in un altro piano, il gatto del disegno riesce ad annusare la luna perché sa camminare sul tetto. Che profumo ha la luna? Forse sa di biscotto o di budino? Non lo so. Secondo te Gaia? Secondo me sa di budino.


Giovanni e Michelangelo: si è vero perché io e mio fratello eravamo dei semini prima di essere dei bambini. La casa è come la pancia della mia mamma dove sono cresciuti i semini.

TRA NOI C’è IL VENTO:
Alessia: quando c’è il vento è bello guardare fuori dalla finestra e vedere le cose che si muovono.
Margherita: se c’è il vento metto il cappello, poi sto attenta a non volare anch’io, poi la mamma e il papà come fanno a ritrovarmi.


i bambini e le bambine della scuola d'infanzia